Alla ricerca di un figlio: quali esami effettuare?
Il web è pieno di “listoni” di esami da effettuare per chi desidera un figlio.
Molte di voi che leggeranno ne avranno già sentito parlare, altre li avranno effettuati tutti (o quasi); altre ancora, all’inizio del percorso verso la maternità, rimarranno sbalordite da quanto dispendio di tempo, energie e soldi c’è dietro la ricerca di una gravidanza, soprattutto se guardandosi intorno, vedono amiche, conoscenti e parenti rimaste incinta senza mai aver messo piede in uno studio medico.
Cercheremo di fare un riepilogo degli esami che vengono richiesti a partire dai più basici, fino a quelli più specifici.
La lista è solo a titolo informativo ed è chiaro che ogni coppia con la sua storia, debba rivolgersi al proprio medico per capire quale tipologia di approfondimento necessita.
Partiamo dall’inizio: gli esami di base
Pur non essendo obbligatori, prima di iniziare la ricerca di un figlio, è fortemente consigliato eseguire i seguenti esami a fini diagnostici e di prevenzione:
- Pap-test: serve a identificare l’insorgenza di cellule anomale che potrebbero col tempo, trasformarsi in un carcinoma, un tumore al collo dell’utero. Meglio fare questo tipo di prevenzione prima d’instaurare in una gravidanza;
- Ecografia seno o Mammografia (oltre i 40 anni): anche questi due esami sono fondamentali al fine di diagnosticare precocemente il tumore al seno;
- Tampone vaginale per la ricerca di micoplasma, ureoplasma, clamidia, germi comuni, germi anaerobi, miceti, gardnerella, streptococco beta emolitico. La positività a uno o più di questi patogeni, sarà trattata con eventuale terapia farmacologia sulla base delle indicazioni del proprio ginecologo;
- Esami del sangue di routine: emocromo completo con piastrine per verificare l’eventuale anemia della futura mamma, glicemia per valutare alterazioni che possono ricondurre al diabete, colesterolo, trigliceridi, TSH, FT4, T3 per monitorare la funzionalità tiroidea, vitamina D;
- Coagulazione (non sempre, o non tutti, vengono prescritti in questa fase): Lac, Anticardiolipina Igg, Igm, Antibetadue Glicoproteina Igg, Igm, Livelli Fattore XII, Fatt VIII, Folati, B12, Omocisteina;
- Pannello Trombofilia (non sempre, o non tutti, vengono prescritti in questa fase): Fattore V, Fattore II e MTHFR, AGT, ACE; APO E, Fattore XIII, PAI-1, HPA, HFE, Beta Fibrinogeno. Consigliabile anche visita ematologica per corretta interpretazione dei risultati;
- Test di Simmel: viene eseguito se emerge anemia dall’emocromo;
- Esame delle urine: uno screening per ricercare eventuali infezioni che potrebbero impedire l’instaurarsi di una gravidanza;
- Gruppo sanguigno e il fattore Rh: serve a conoscere il gruppo e il fattore Rh (positivo o negativo) per escludere eventuali incompatibilità e complicazioni che potrebbero insorgere durante la gravidanza o parto;
- Esami infettivologici (hanno validità 90 giorni): rosolia (in caso di negatività, si consiglia il vaccino alla futura mamma) e toxoplasmosi, VDRL –TPHA (sifilide), citomegalovirus, epatite B (HbsAg) e C, HIV;
- Test di Coombs: per donne con gruppo sanguigno Rh negativo, serve per valutare la presenza nel sangue di anticorpi che potrebbero attaccare i globuli rossi del feto con Rh positivo.
Alla ricerca della gravidanza: esami della prima fase
Dopo qualche mese dai primi tentativi infruttuosi alla ricerca di una gravidanza, possono essere condotte ricerche più approfondire, atte a esaminare la fertilità della donna:
- Ecografia transvaginale con flussimetria delle arterie uterine: la flussimetria solitamente si effettua in gravidanza, intorno la 22-24 settimana, per individuare eventuale rischi di gestosi o ritardo nella crescita. Per le donne non in gravidanza viene effettuata dal ginecologo verso il 20° - 22° giorno del ciclo e utilizzata per valutare la resistenza delle arterie uterine soprattutto nei casi di poliabortività in cui si registrano valori più alti. Alcuni specialisti prescrivono l’aspirinetta per rimediare alla problematica;
- Conta dei follicoli antrali: si effettua attraverso un’ecografia transvaginale. Questo insieme ad dosaggio AMH (ormone antimulleriano) e FSH (ormone follico stimolante che permette lo sviluppo del follicolo ovarico) permettono di dare una stima della riserva ovarica della donna; a questi si aggiunge il dosaggio ormonale attraverso prelievo del sangue al 2°/3° giorno del ciclo mestruale di LH (ormone luteinizzante il suo picco, provoca l’ovulazione), 17BetaEstradiolo, Progesterone, prolattina;
- Monitoraggio follicolare: si tratta del monitoraggio ecografico dell’ovulazione. Si svolge presso lo studio del ginecologo che attraverso ripetute ecografie nell’arco di qualche giorno, monitora la maturazione del follicolo fino all’ovulazione.
Alla ricerca della gravidanza: esami della seconda fase
Dopo un anno (ma in età avanzata della donna anche dopo qualche mese), lo specialista potrà prescrivere esami più invasivi quali:
- Sonoisterosalpingografia: indagine strumentale al fine di valutare la pervietà e morfologia delle tube, gli organi femminili deputati all’incontro tra ovocita e spermatozoo. L’esame prevede l’iniezione di un mezzo di contrasto che viene osservato ecograficamente per valutare il suo passaggio attraverso le tube e per questo può risultare più o meno doloroso;
- Isteroscopia diagnostica con eventuale biopsia endometriale per la ricerca di plasmacellule: l’isteroscopia ha lo scopo di visualizzare la cavità uterina mediante l’introduzione di un’ottica collegata a una telecamera per diagnosticare eventuali patologie malformative congenite della cavità uterina, presenza di polipi, miomi e/o fibromi e il loro posizionamento (sottomucosi o intramurali). Attraverso un piccolo prelievo di tessuto endometriale si cercano plasmacellule che possono identificare stati infiammatori o infettivi dell’endometrio e condurre a un’endometrite cronica causa di aborti o mancati impianti;
- Endometriocoltura: sempre su porzioni di endometrio prelevato durante l’isteroscopia diagnostica, si possono effettuare analisi per rilevare infezioni endometriali e predisporre eventuale terapia antibiotica/probiotica;
- Laparoscopia: viene effettuata in anestesia generale. Viene introdotto un endoscopio attraverso una piccola incisione in prossimità dell’ombelico. Si consente così la visione diretta delle ovaie, tube e della superficie esterna dell’utero per evidenziare cisti ovariche, aderenze ed
E se non dovesse bastare…
Ci sono poi esami che gli specialisti decidono di prescrivere a seconda della paziente, con i tempi che ritengono appropriati e riguardano il nostro sistema immunitario:
- ANA, ENA, ASMA, Dsdna, PCCA, Antitrasglutaminasi, C3, C4,
- Mutazione HLAG I/D e C/G: prelievo ematico per la coppia
- Consulenza genetica (con eventuale cariotipo e screening fibrositi cistica per entrambi)
Esami per l’uomo
E’ opportuno che l’uomo, come la donna, effettui gli esami di base (emocromo, colesterolo, glicemia, test di Simmel, test di Coombs), esami infettivologici.
Per valutare la fertilità maschile sono consigliati:
- Visita andrologica: lo specialista a seguito della valutazione del paziente, potrà prescrivere ulteriori approfondimenti, dosaggi ormonali, ecografia testicolare Doppler spermiogramma per valutare quantità e qualità degli spermatozoi nel liquido seminale
- Spermiocoltura: serve per valutare la presenza di infezioni batteriche;
- Test di frammentazione del DNA spermatico per individuare eventuali rotture o lesioni del materiale genetico dello spermatozoo;
- Urinocoltura per valutare eventuali infezioni urinarie;
- Consulenza genetica con eventuale cariotipo, screening fibrosi cistica, delezione cromosoma Y (richiesti soprattutto in caso di PMA)
Tanti esami, ma quanto ci costano?
Tanto! La ricerca di un figlio gratuita è per poche elette. Per molte altre diventerà la colonna di spesa più imponente nel bilancio familiare.
Alcuni piccoli accorgimenti possono far risparmiare qualcosa.
Ci sono infatti alcuni esami che rientrano tra quelli preconcezionali che sono a carino del Sistema Sanitario Nazionale. Chiedete al vostro medico di base.
***
Le informazioni contenute nel Sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti