Oggi fortunatamente molte associazioni e figure che ruotano intorno al ruolo della madre, fanno sentire la loro voce ponendo l’attenzione sui bisogni delle neo mamme, sull’importanza dell’aiuto che esse necessitano, sull’allattamento e così via; poi ci sono “le dimenticate”, quelle che i figli non li hanno. Di loro non si occupa quasi nessuno; al contrario, ogni giorno devono avere a che fare con incivili incursioni, interferenze indelicate nella propria sfera privata senza alcun rispetto dei sentimenti che provano.
Una delle cose che più lamentano le coppie, e le donne in particolare, è proprio l’invadenza da parte di familiari, amici e addirittura semisconosciuti. Tutte ci sono passate. A chi non è capitato almeno una volta di sentirsi dire “Ma allora, a quando un figlio?!”, “Ma un fratellino/sorellina non lo volete fare? Dai che è ora, sennò poi si passano troppi anni di differenza.”
Queste sono solo alcune delle frasi tra le decine e decine che negli anni vengono rivolte con la delicatezza di un elefante in un negozio di cristalli a donne fisicamente ed emotivamente provate. Donne che ogni giorno si alzano a fatica, indossano la loro maschera più bella, si dipingono un finto sorriso per fronteggiare le avversità di una giornata pesante e piena di interventi fuori luogo, dolorosi, che non lasciano respirare e rimarginare ferite.
Cosa c’è di sbagliato a chiedere?
Praticamente tutto! Porre domande riguardanti la sfera così privata di una coppia svela la privacy di due persone. Privacy per l’appunto. Il loro privato. E’ come mettere i riflettori su cosa succede nel loro letto, sotto o sopra le lenzuola, a luci spente o accese. Tutto ciò è affar loro. Insomma non è come chiedere alla vicina che si incontra in ascensore “Hai visto che tempo oggi? Le previsioni che dicono?”. Non si può parlare o chiedere con tanta leggerezza qualcosa che avviene in camera da letto (o in qualsiasi altro posto si abbia voglia di farlo).
Invece c’è chi lo fa senza alcuno scrupolo. A me è successo e tra le tante intrusioni, quella che ho trovato più sgradevole è stata durante la festa di compleanno del figlio di un’amica. Un’invitata davanti a tutti, a voce alta e squillante (alle mie orecchie insopportabile) chiese sfacciatamente quando avremmo fatto un figlio. Improvvisamente tutti gli occhi erano puntati su di me. Mi sentii come nuda e in estrema soggezione di fronte a una folla bramosa di sapere. Ne uscì con una battuta del tipo “Ora andiamo a casa, vediamo che succede e ti faccio sapere”.
Poi uno si domanda perché le coppie senza figli finiscono con l’isolarsi. Semplice: si vuole evitare ogni possibile occasione dove sentirsi "diversi", dove il confronto con altre coppie può innescare sentimenti negativi come vergogna e sensi di colpa, rabbia, addirittura invidia.
Oltre a infilarsi nel letto di due persone, domande di questo genere, fanno soffrire. Non si sa mai cosa c’è dietro la scelta (o non scelta) di una coppia senza figli. Magari il concepimento non avviene con la facilità di un battito di ciglia, o può accadere che la coppia abbia dovuto affrontare una dolorosa perdita (es. aborto). In altri casi ci potrebbe essere una motivazione legata a malattie genetiche che ha portato la coppia a malincuore a rinunciare ad una gravidanza. In ogni caso, niente di tutto questo dovrebbe essere oggetto di conversazione se non con persone che la coppia sente davvero presenti, vicine, interessate al loro bene.
Non da meno è la questione “Noi figli non ne vogliamo”. Sembrerà strano, ma ci sono anche coppie che non hanno questo desiderio assoluto e stare lì a ricalcare l’importanza di portare a compimento il sogno di maternità o paternità (di qualcun altro a questo punto) altrimenti si condurrà una vita mesta, è qualcosa di aberrante. Tuttavia questi uomini e donne sono tra i più fortunati perché con risolutezza e consapevolezza hanno scelto che la loro felicità non sarà legata come un cordone ombelicale a quella di un neonato. Saranno realizzati in altri modi e nessun ripensamento è all’orizzonte.
A volte inoltre si può abbracciare l’idea di non volere figli perché si ha una situazione economica e familiare non tra le più invidiabili. Pensiamo a chi lavora in modo precario e magari non ha una famiglia di origine alle spalle che potrebbe ricorrere ai ripari nei momenti più bui. La storia che un tempo si facevano figli anche in situazioni paradossali è anche reale, ma magari non è la favola che si sogna da bambine. Mettere al mondo un figlio senza delle sicurezze, potrebbe condurre a una crisi della coppia e condurre a situazioni pericolose. Anche qui: perché si deve entrare nello specifico di una situazione così delicata per dare spiegazioni a qualche curioso? E’ del tutto inopportuno!
Quanto c’è d’innocente in quei commenti o domande? Vuoi che nel 2020, non giri la voce anche tra i più retrogradi delle difficoltà che una coppia anche giovane può incontrare nel concepire un figlio?
Sembra proprio di no. Questo perché finché non si prova sulla propria pelle, non lo si può capire. Perché fino a qualche anno fa avere rapporti non protetti equivaleva a dire dopo qualche giorno “Ops, ho un ritardo! Aspetta faccio un test. Oh sono incinta. Neanche lo volevo”.
Eh sì, capitava con molta più probabilità concepire senza volerlo davvero piuttosto che dover tentare invano per anni senza risultati. Per chi ha vissuto quei lontani anni di fertilità alle stelle, fa strano pensare che oggi al mondo ci sono così tante donne non mamme che mamme vorrebbero esserlo davvero.
Forse per qualche attempata signora in là con l’età c’è solo un po’ di superficialità dettata dalla mancata esperienza (personale o altrui) della condizioni di infertilità o di altre situazioni per cui si decide di non avere prole. In altre circostanze non so se a mancare è la buona fede, la sensibilità o l’intelligenza, o tutte queste cose assieme.
Domande scomode e poi…?
E poi a seguire, troviamo le uscite infelici. Le amiche già mamme che ti dicono “Beata te che puoi dormire/uscire/fare shopping.”
Quelle che “Ah poi quando avrai figli, capirai!”, lasciando intendere che ora sei una povera mentecatta che potrà rinsavire solo una volta che avrà generato; solo allora ti saranno svelati i misteri dell’universo e del genere umano. In questa affermazione io vedo solo totale mancanza di empatia.
Altre volte ci si può ritrovare in un tornado emotivo di una coppia di amici o parenti felicissimi per la loro recente scoperta di essere in dolce attesa e innocentemente pensano di coinvolgere tutti coloro che li circondano con frasi tipo “Dai, ora tocca a voi”; “Sbrigatevi così i cuginetti cresceranno insieme”. Ecco, meglio mantenere self control ed evitare questo tipo di esternazioni perché non si sa mai cosa stanno passando anche coloro che ci sono più vicini.
Infine le mamme/suocere che, vogliose di diventare nonne, non fanno altro che esercitare ulteriore pressione sulla malcapitata coppia e spesso se ne escono con frasi del genere “Voi fatelo che a crescerlo ci penso io”. Eh già, come se non aspettassimo altro che fare un figlio per farlo adottare ai nostri vecchi genitori o adorate suocere.
Quindi come ci si dovrebbe comportare di fronte a coppie più o meno facenti parte della nostra vita su tale argomento?
Partiamo dal presupposto che la vita non è generosa con tutti allo stesso modo e nessuno dovrebbe essere chiamato a rispondere di questo di fronte a persone con cui non si ha il piacere di farlo.
Consiglio
Quando la curiosità vi pervade e sentite l’irrefrenabile esigenza di chiedere a qualcuno “E tu figli, quando?”, mordetevi la lingua.
Pensate che una domanda del genere è semplicemente maleducata, inopportuna, fuori luogo, sgradevole. Cercate di vedere la situazione da un’altra prospettiva (non la vostra), e riconoscetene l’importanza.
Se avete figli o nipoti, chiudete gli occhi per un attimo e immaginate che quel dono che la vita vi ha riservato (in modo del tutto casuale e non meritocratico), che stringete tra le braccia ogni giorno, improvvisamente non ci sia e non potete avere nessun controllo su questo.
Come vi sentireste?
E soprattutto convincetevi del fatto che se anche a volte diventare genitori può aiutare nello sviluppo di empatia e sensibilità (doti non per tutti) e di qualche altra qualità, non trasforma in esseri migliori di altri. Ci sono genitori terribili e straordinarie persone senza figli.
Ricordate che ogni parola ha una conseguenza; a volte meglio un silenzio sensato che domande senza senso.
A cura di Natamamma per Conneggs