Quando il corpo urla vuol dire che dentro l'anima ha da tempo finito la voce".
Battiti accelerati, gambe pesanti, lo stomaco che si chiude o al contrario richiede continuamente cibo per colmare un vuoto, capelli che cadono, unghie che scompaiono sotto i morsi dell'ansia: è il corpo che somatizza e ci chiede aiuto, forse anche di fermarci.
Le donne durante un percorso di PMA manifestano questi o altri sintomi dovuti alle terapie ormonali, ma spesso soprattutto agli stati emotivi di cui si sovraccaricano.
Capita che ne parlino liberamente dal parrucchiere che diventa anch'esso un luogo dove sfogarsi; le più introverse tendono a isolarsi fino al momento in cui esplodono e riversano le loro lacrime sulla spalla di una sorella, un'amica, il medico di famiglia, una psicoterapeuta - quest'ultima forse la scelta più saggia.
È così. Qualsiasi sia l'iniziale calma apparente e la forza di una donna che sceglie il percorso di fecondazione, arriverà il momento in cui il suo corpo chiederà il risarcimento danni. Meglio prevenire e fare un'adeguata assicurazione, ossia garantirsi il supporto di uno specialista che accompagni nel percorso dal punto di vista psicologico ed emotivo.
Partire con la consapevolezza che da sole potremmo non farcela, è un importante passo che ci allontana dalla solitudine, dal malessere, dal rischio depressione che, sempre dietro l'angolo, potrebbe colpirci in qualsiasi step del percorso o addirittura, per chi ha la fortuna di vedere un positivo, dopo la nascita del bambino.
E voi, come state affrontando questo percorso?
a cura di www.natamamma.com per Conneggs