Il fattore tempo nella ricerca di un figlio

29, Sep, 20

Il fattore tempo nella ricerca di un figlio

Non ce lo vogliamo sentir dire. Non lo accettiamo. Per noi stesse e per una società che da un lato continua a dare l’appellativo di “ragazzi” a ultra quarantenni mentre dall’altro vede le donne over 30/35 già in fase di rottamazione soprattutto “lavorativamente” parlando.

Rispetto a un secolo fa si è allungata l’aspettativa di vita (ma non l’età fertile), continuiamo a sentirci giovani, in fondo siamo in salute, brillanti, con mille interessi e uno spirito libero, ma niente di tutto questo ha a che fare con la biologia riproduttiva. Possiamo tollerare tutto, addirittura di sentirci dire di essere brutte o grasse, ma no vecchie, tantomeno infertili a causa della nostra età.

Oggi l’età media della donna al primo parto è intorno ai 32 anni.

Avete mai pensato a che età hanno partorito il primo figlio le nostre mamme o nonne? Scioccante, vero?

Siamo cresciute in una realtà distorta dalle decine di notizie propinate dai media riguardo a casi di maternità concretizzati in tarda, tardissima età. Molte VIP nel nostro Paese o dall’altro capo del mondo su riviste patinate hanno presentato foto insieme ai loro bambini mentre soffiavano le 45/50 candeline per il loro compleanno.

Questo ci ha condotte erroneamente a credere che tutto fosse possibile. Ma non è così. Fare a braccio di ferro con la natura ci condurrà inevitabilmente a perdere qualcosa, che sia un patrimonio di risorse economiche, che sia la serenità della nostra coppia, che sia un pezzo di noi stesse.

Basta illusioni. Torniamo coi piedi per terra!

La donna e l’età fertile

La donna è fertile a partire dalla prima mestruazione, ma la sua capacità riproduttiva va diminuendo con l’età.

Come abbiamo già affrontato nell’articolo " La nuova frontiera del social freezing", si decide di avere figli sempre più tardi, questo dopo la diffusione del controllo della riproduzione  attraverso la contraccezione, per il desiderio di fare carriera in ambito lavorativo, per incompatibilità vita professionale/ maternità, per la mancanza di un partner con cui condividere un progetto di genitorialità e in generale per un’incertezza economica globale.

Insomma esistono 4 età ideali per fare un figlio: quella biologica, quella della donna in cui si sente realizzata sotto il profilo lavorativo e appagata sentimentalmente, c’è l’età dell’uomo che deve a sua volta sentirsi pronto per mettere su famiglia, e infine l’età che definisce la serenità socio-economico della coppia e purtroppo questa avviene, almeno in Italia, troppo tardi.

Queste dinamiche vanno a scontrarsi con i meccanismi della natura che da sempre regolano la fertilità femminile il quale picco si ha tra i 20 e i 25 anni. Secondo uno studio dell’Università di Padova, tra i 19 e i 26 anni, la probabilità che una donna possa rimanere incinta se ha rapporti sessuali durante i giorni più fertili è di 1 su 2, mentre nella fascia d’età dai 35 ai 39 si riduce ad 1 su 3.

Infatti, per la donna le due tappe in cui si registrano significativi cambiamenti sia a livello qualitativo degli ovociti che a livello ormonale (FSH e AMH) sono 32 e 37 anni.

Dopo i 40 anni, le probabilità scendono a meno del 5% per ciclo mestruale.

La conseguenza è che oggi è molto più difficile rispetto al passato concepire un figlio e spesso si è costretti a ricorrere a tecniche di fecondazione assistita, senza certezza del risultato.

E’ importante che le giovani donne siano informate sul fatto che la loro “finestra fertile” è limitata e che la qualità degli ovociti si riduce al crescere dell’età.

Ogni donna nasce con un determinato numero di follicoli (durante la pubertà si parla di un numero tra i 300/500 mila), che a loro volta contengono ovuli. Ad ogni ciclo mestruale questo numero diminuisce (e invecchia) progressivamente arrivando a 25.000 tra i 38 e i 40 anni, fino a contarne circa 1.000 intorno ai 50 anni. Nella vita di una donna solo 400/500 verranno ovulati, tutti gli altri andranno incontro a degenerazione senza possibilità di rigenerarsi.

Un altro fattore concomitante con quello dell’età/ riduzione della riserva ovarica è l’aumento del rischio di fibromi e altre patologie insieme a una ridotta capacità dell’endometrio di reagire con l’embrione.

Tuttavia ci sono casi in cui il tempo non è l’unico fattore a influire sulla capacità riproduttiva della donna.

A volte anche giovani donne presentano una storia clinica che non tende a favore della fertilità femminile: storie di menopausa precoce in famiglia, interventi chirurgici, fumo e uno stile di vita scorretto ad esempio sono alcuni motivi alla base di possibili complicazioni. Non dimentichiamo inoltre che con l’età si verifica anche una minor frequenza dei rapporti sessuali e questo fattore ha statisticamente rilevanza.

 

Chiedere aiuto alla scienza può aiutare?

Sfatiamo il mito che scienza e medicina e avere a disposizione anche cospicue risorse economiche possa aprire le porte alla maternità con leggerezza. Almeno in questo la natura è democratica e l’infertilità ha un impatto uguale per tutte indipendentemente dal contesto socio-economico. I passi in avanti fatti in campo medico e le tecniche di fecondazione assistita possono risolvere alcuni fattori di infertilità, ma non possono stravolgere l’ordine naturale delle cose tra cui la diminuzione della quantità e qualità degli ovociti

Anche se la menopausa arriva mediamente intorno ai 50 anni, le donne cominciano ad avere problemi di fertilità già a partire dai 40. Questo vale sia per i concepimenti avvenuti naturalmente, sia per quelli in cui c’è lo zampino della scienza. Le percentuali di successo delle tecniche di riproduzione medicalmente assistita sono influenzate fortemente dall’età.

A 37 anni la probabilità è del 25% circa, ma questa non è la traduzione di “ok, faccio 4 cicli così si arriva al 100% e una gravidanza la ottengo sicuramente”. Ad ogni tentativo si riparte con la stessa probabilità di successo, che però col tempo decresce.

La quantità della riserva ovarica viene compromessa molto prima di perdere la regolarità del ciclo mestruale e purtroppo anche la qualità ne risente. Infatti con il passare del tempo, aumenta la possibilità di sviluppare anomalie (ad esempio a livello cromosomico) che spesso conducono ad aborti spontanei o a sviluppare la Sindrome di Down (da un caso su duemila nelle ventenni a un caso su venticinque nelle donne di quarantacinque anni).

L’uomo e l’età fertile

L’età, per la fertilità maschile, è un fattore meno determinante, in quanto gli spermatozoi vengono continuamente prodotti dagli organi riproduttivi maschili e non sono definiti a priori come il numero di ovociti per le donne.

Tuttavia anche nel caso degli uomini col tempo si assiste a una graduale diminuzione della fertilità, anche se in età più avanzata, quando le variazioni dei parametri nel liquido seminale si fanno più evidenti (in particolare motilità e morfologia degli spermatozoi).

Verso i 45/50 anni è più facile andare incontro a maggiori possibilità di mutazioni nel DNA e un rischio più grande di malattie e sindromi genetiche nel feto.

E’ però anche vero che a questa età per un uomo, è ancora possibile concepire un figlio, con una ragazza più giovane, più facilmente rispetto a una donna coetanea.

Con quanto appena descritto, non si vuole fare terrorismo psicologico, ma è giusto informare ed essere consapevoli rispetto il funzionamento del nostro corpo e i meccanismi della natura, soprattutto tra i giovani così da evitare loro problematiche e delusioni future. C’è bisogno di sensibilizzare riguardo i limiti imposti dalla natura alla fertilità di coppia.

Ogni volta che si leggono le statistiche, viene naturale chiedersi di quale percentuale faremo mai parte. Saremo noi l’eccezione?

Nonostante i numeri ai quali è giusto fare riferimento, è bene prendere in considerazione la situazione personale e di coppia e non vivere in maniera ansiogena lo scorrere dei giorni. Confrontarsi col proprio Medico è fondamentale, anche se a volte anche i ginecologi tendono a sovrastimare la fertilità della donna.

Quindi se in condizioni normali è giusto aspettare un anno per effettuare approfondimenti, è altrettanto vero che in presenza di patologie accertate o di un’età della donna sopra i 30/35 anni, forse è meglio cominciare a muoversi.

La fertilità è preziosa, ma non eterna. Sta a noi cercare di essere quanto più informate possibile per salvaguardarla.

 

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Le informazioni contenute nel Sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti

 

Articolo redatto da www.natamamma.com per Conneggs