Che differenze ci sono tra una gravidanza naturale e una ottenuta grazie alla fecondazione assistita?
Vivere una gravidanza da PMA non è l’isola felice che si può immaginare, non si prova lo stato di grazia tanto professato da più o meno tutte le gestanti del globo da duemila anni a questa parte.
Ci sono donne rimaste incinta naturalmente, che il secondo dopo aver fatto il test di gravidanza, comunicano la notizia a parenti e amici, pubblicano le foto delle due famose linee rosa ben in evidenza sui social, mentre la donna che proviene da un percorso PMA, pur col cuore colmo di gioia nel vedere lo stick tingersi del colore più magico che ci sia, rimane coi piedi piantati per terra e fa fatica ad ammettere e gridare al mondo “Ce l’ho/abbiamo fatta”, anche se vorrebbe farlo con tutto il fiato che ha in corpo.
E’ vero che la gravidanza è un momento delicato per tutte, e anche se il concepimento avviene naturalmente, le complicazioni strada facendo possono esserci indistintamente, ma per chi ha già subito delle interruzioni involontarie o per chi ha fatto ricorso alla fecondazione, lo stato d’animo è ancora più fragile. Ti dicono “Auguri, d’ora in poi si può rilassare e vivere questi mesi come avverrebbe per una normale gravidanza naturale”, affermano anche che il rischio di aborto spontaneo è lo stesso per tutte (intorno al 15-20%), ma dentro di noi sentiamo che non è così.
Con la PMA, vuoi per l’ansia, vuoi perché si conoscono più o meno i “tempi tecnici”, tutto avviene velocemente, ma anche le delusioni fanno una strada più corta per raggiungerci.
“Beata l’ignoranza” si dice a volte per sottolineare la pace dei sensi che provano coloro che ignorano certe realtà. Non è il caso della Donna PMA, che ormai preparatissima su ogni aspetto del Percorso, sulle tappe del concepimento naturale o artificiale e terapie varie, è consapevole del fatto che un test di gravidanza positivo rappresenta sì, un grande tappa, ma il vero traguardo è ancora lontano e la strada in salita.
Rispetto a una gravidanza naturale si gioca tutto in anticipo. Infatti nel primo caso si ricorre a test ed esami vari solo dopo aver riscontrato un ritardo di più giorni nel ciclo mestruale.
Da uno stick casalingo positivo, si passa velocemente all’analisi del sangue per rilevare l’ormone Beta-hCG. Analisi che verranno ripetute più di una volta per misurare l’andamento dei valori che dovranno essere in crescita per le prime settimane.
Generalmente:
Raddoppiano ogni 2/3 giorni per valori fino a 1200 UI
Raddoppiano ogni 3 giorni per valori compresi tra 1200-6000 UI
Raddoppiano ogni 4 giorni per valori sopra a 6000 UI
Dopo circa 12 settimane, il valore di Beta hCG nel sangue inizia a decrescere.
Un positivo ci dice che è in corso una gravidanza biochimica. Solo dopo i 1000-1500 UI di Beta-hCG è possibile visualizzare la camera gestazionale con embrione attraverso la prima ecografia che confermerà o meno la presenza di una gravidanza “clinica”.
Si entra facilmente nel loop delle beta. Diventa un’ossessione, calcolatrice alla mano, per verificare il corretto trend. Sono dinamiche che conoscono prevalentemente le donne che si sottopongono a cicli di fecondazione assistita, perché si informano costantemente, si confrontano spesso con donne nella loro stessa situazione, conoscono i rischi, il tempo impiegato, le emozioni investite, il dispendio di energie fisiche e psicologiche.
La donna PMA sa tanto, sa di più di quello che dovrebbe sapere: legge, chiede, si informa, indaga, fa calcoli. Il fiato è sospeso fino alla fine e questo fa sì che non si goda appieno un momento che dovrebbe essere di pura gioia.
Cosa prova una Donna che rimane incinta dopo un percorso di Procreazione Medicalmente assistita?
Le donne che dopo un trattamento di infertilità, finalmente vedono il loro “positivo”, devono gestire emozioni contrastanti.
Tra le paure che più si fanno largo ci sono quelle di un aborto spontaneo o di concepire un bambino non del tutto sano, ansia nel rispondere a domande scomode che arrivano puntuali (es. “Ah ma alla fine siete ricorsi alla fecondazione?”, “Ma a questa età è arrivato naturalmente?” e così via).
Soprattutto chi ha sperimentato uno o più aborti, vive la nuova gravidanza in un perenne stato di ansia: più che vivere l’attesa di mettere al mondo una nuova vita, si vive l’attesa di una perdita che si sente arriverà inesorabile. Ci si abitua all’idea di non poter avere figli, e quando succede si rimane incredule.
La Donna PMA spesso non si sente realmente incinta. Rimane aggrappata a quello stato di infertilità che l’ha accompagnata così a lungo quasi da identificarsi completamente in essa. Un po’ come quando si è nelle sabbie mobili: più si combatte per uscirne, più si finisce per sprofondare.
Dopo la fecondazione, la Donna come gestisce la gravidanza?
La gravidanza è un periodo in cui si è molto più delicate, fragili, sensibili. La donna reduce da una PMA lo è ancor di più, vorrebbe sentirsi coccolata, ha fame di attenzioni. Tagliare il legame col Centro che l’ha avuta in cura fino a quel momento per rivolgersi al Ginecologo/a che la seguirà per i restanti mesi, la butta nello sconforto perché non si sente compresa, le sue paure vengono minimizzate.
Tutto questo molto spesso si tramuta in controlli medici molto più serrati rispetto chi incorre in una gravidanza naturale perché si è ansiose, si vuole fugare ogni dubbio, dopo tanti ostacoli e sacrifici si vuole essere rassicurate, sentir dire che tutto andrà bene.
La Donna PMA mostra più difficoltà nel proiettarsi alla fine dei 9 mesi al punto tale da non sentirsi a proprio agio nel preparare il “nido” per il piccolo in arrivo, il corredino e così via (in psicologia tale atteggiamento viene definito “evitamento”), difficoltà nel comunicare col bambino in grembo, a leggere argomenti inerenti la genitorialità. Emerge un distacco emotivo perché non si ha fiducia che quella gravidanza venga portata a termine.
Per chi ricorre alla donazione di gameti (eterologa), quel legame ambiguo con la nuova vita che si custodisce, può farsi ancora più accentuato.
Agli occhi di chi circonda la Donna tutto questo appare incomprensibile proprio perché si dovrebbe gioire per il momento senza tante paranoie. E’ un’occasione mancata per essere finalmente felici.
Ma solo chi fa tanti sacrifici e prova tanto dolore prima, sa che quando poi avviene il miracolo, ci si sente spiazzate. Passare da un periodo interminabile alla ricerca di un figlio, all’essere potenziali genitori necessita di una riconsiderazione del proprio “Io”, una ricostruzione della propria identità che continuerà anche successivamente alla nascita del bambino.
La nuova condizione non ha dato tempo di elaborare il dolore provato fino a quel momento, di rimarginare le ferite dell’anima che devono necessariamente essere curate, quindi rimanere incinta grazie al percorso di fecondazione assistita, dà sicuramente una gioia immensa, ma non colma nell’immediato tutti gli sforzi fatti fino a quel momento. Non c’è un interruttore che improvvisamente cancella anni di lacrime versate. Ci si trova come in un limbo tra un passato recente che ancora brucia e fa male, e la nuova situazione, sconosciuta, che dona una felicità alternata a momenti di paura per un futuro ancora incerto e di stanchezza per la fatica provata per raggiungere la meta.
Il nuova status di donna incinta insomma, necessità di elaborazione, adattamento. Ci vuole tempo per non sentirsi diverse dalle altre future mamme con le quali difficilmente si riesce a legare: come sopportare tutte quelle lamentele su nausee, il peso che aumenta, l’acidità di stomaco? Le Donne PMA sono quelle che hanno sopportato visite invasive, terapie dolorose, interventi chirurgici. Quella pancia e quei chili in più li hanno sognati ogni notte negli ultimi anni e quando si rendevamo conto che la realtà era un’altra, gli sembrava quasi di soffocare e annegare tra le lacrime.
Insomma, il vissuto individuale di ogni donna influisce inevitabilmente sulla futura gravidanza. Quello che tutte dovrebbero imparare a fare è abbandonare il passato doloroso, evitare di pensare al futuro ignoto e viversi il presente. Solo così si può apprezzare il dono con cui la vita ha ripagato dopo tanti sforzi ed essere finalmente felici.
A cura di Natamamma per Conneggs