Gravidanza biochimica, questa sconosciuta. Se ne sente parlare soprattutto nell’ambito della Procreazione Medicalmente Assistita, ma rimane un mistero per la maggior parte delle donne. In realtà questo evento non è limitato al mondo dei trattamenti destinati a curare l’infertilità della coppia, ma interessano anche i concepimenti avvenuti naturalmente.
Cos’è la gravidanza biochimica?
Per gravidanza biochimica (detto anche aborto biochimico o microaborto) ci si riferisce a un aborto spontaneo molto precoce, avvenuto generalmente entro la quarta/quinta settimana dal concepimento.
Viene definita biochimica in quanto l’unico elemento che svela la presenza della gravidanza è il risultato positivo del test biochimico dal quale si rileva l’ormone beta hCG.
La "gravidanza biochimica" si differenzia dalla "gravidanza clinica", caratterizzata dai nove mesi di gestazione, che si concludono col parto.
Perché molte donne non si rendono conto di aver avuto una gravidanza biochimica?
La gravidanza biochimica è molto frequente, ma molte donne che non effettuano test casalinghi o analisi del sangue precocemente, probabilmente non sapranno mai che in qualche modo c’è stato un principio di gravidanza terminato troppo in fretta. Nella maggior parte dei casi, tutto finisce con l’arrivo delle mestruazioni (a volte più abbondanti del normale), senza che sia necessario intervenire con trattamenti farmacologici o raschiamento per eliminare i prodotti del concepimento e senza alcun sospetto da parte della donna.
Quando invece si proviene da un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita, dove viene osservato ed esaminato con cura ogni step della gravidanza dalla fecondazione all’impianto dell'embrione, ci si accorge facilmente di una “gestazione” interrottasi precocemente.
In questa circostanza il test di gravidanza darà un risultato positivo in quanto sarà in grado di rilevare l’ormone Beta hCG, ma dal controllo ecografico non sarà possibile rilevare né l’embrione né la camera gestazionale.
Perché si verifica una gravidanza biochimica?
“Perché è successo? Non potrò mai avere un bambino? E’ colpa mia?
E’ quello che chiedono tutte le donne, prima a se stesse, poi ai medici, nella speranza di avere spiegazioni concrete.
La risposta è sempre la stessa: è fisiologico, fa parte della natura e poi, se non è facile identificare le cause in un aborto in stato avanzato, lo è ancor meno quando ci troviamo di fronte a una biochimica. In questo caso infatti, non è neanche possibile analizzare il materiale embrionale attraverso esame citogenetico.
Tuttavia tra le possibili cause rientrano quelle normalmente ipotizzabili per un aborto tardivo, tra cui: anomalie genetiche o cromosomiche dei gameti (cellula uovo e/o spermatozoo), malformazioni uterine, infezioni, problemi ormonali, fattori immunitari.
Per supportare lo stato emotivo della donna che deve affrontare comunque un evento delicato come questo, viene ribadito spesso dai medici che la che la gran parte delle donne ha vissuto questa esperienza almeno una volta nella vita, che la gravidanza biochimica non mina la possibilità di avere in futuro figli e che l’aver instaurato un principio di gravidanza, è di per sé, un evento da considerarsi positivo perché sta a indicare che la donna è in grado di concepire a prescindere dall’esito.
Gravidanza biochimica: cosa prova la donna?
Dal punto di vista fisico, con una gravidanza biochimica la donna può avvertire sintomi iniziali di una gravidanza (stanchezza, tensione al seno o al basso ventre ecc.), oppure può non averne affatto.
Psicologicamente invece, se poco si parla di gravidanza biochimica, ancor meno si parla dei sentimenti delle donne che vivono questa esperienza.
Nella società viene sminuito e banalizzato il dolore provato per un aborto in stati di gravidanza avanzati, figuriamoci per una situazione che a detta dei medici “Non rientra neanche nelle statistiche, non è considerata una gravidanza”.
La realtà è un’altra. L’impatto è molto forte e questo non dovrebbe essere trascurato. La donna vuole ricercare la causa dell’aborto e spesso tende a colpevolizzarsi. Sapere che la natura ha fatto il suo corso, non aiuta soprattutto per chi aspettava un figlio da tanto, troppo tempo. Per chi ha affrontato una fecondazione assistita, la perdita si somma al peso già insostenibile dell’infertilità e delle terapie a cui si è sottoposti. Al pari degli aborti più tardivi è un lutto da dover elaborare.
A molti sfugge il fatto che una donna, specie se cerca quella seconda linea sul test da anni, una volta che scopre di essere incinta, o meglio, non appena vede la seconda linea rosa su quel test o le beta anche poco sopra lo 0, ha già raggiunto uno dei traguardi più importanti della vita. Poco importa se quella condizione cambierà di lì a pochi giorni. Quando il sogno si spezzerà, anche il cuore si infrangerà in mille pezzi.
Biochimica è un termine che suona abbastanza male. Certo, dal punto di vista medico va classificato, gli va messa un'etichetta, una targa di riconoscimento per finire poi nell’oblio.
Ma tutte le donne che l’hanno sperimentata (alcune più di una volta) la ricorderanno per sempre. E la ricorderanno come una gravidanza, finita presto è vero, mai cominciata davvero, ma pur sempre una gravidanza.
Cercano di convincerti che non è così, ma il cuore lo sa che qualcuno ha cercato di aggrapparsi a te per un momento indefinito. Forse troppo poco per conoscersi dal vivo dopo nove mesi, ma abbastanza forte per rimanere nel cuore di una mamma per sempre.
Articolo redatto per Conneggs da www.natamamma.com