L’importanza dell’empatia nel percorso di Fecondazione Assistita
Non è la fecondazione in sé. Se ci pensate bene questa è solo una tecnica con la finalità di concepire una vita, quindi qualcosa di bello, positivo, un aiuto per molte coppie, un miracolo che ha salvato molte mamme dando la vita a bambini che altrimenti non sarebbero mai nati.
È tutto ciò che ruota intorno e fa da cornice a far male, a ferire. Una volta che la donna prende coscienza del problema di fertilità, capisce che deve muoversi in fretta e di lì a poco inizia il calvario tra studi medici, cliniche private (per chi se le può permettere), ospedali pubblici (in bocca al lupo).
Tutti offrono servizi, prestazioni dietro alle quali ci sono persone, e si sa, le persone non sono tutte uguali. Tra segretarie, impiegati all’accettazione, infermiere ai prelievi, medici di base fino agli specialisti da 200 euro l’ora: non tutti hanno la delicatezza di capire, ascoltare, provare empatia.
E’ pura utopia quella di sperare che un giorno questi attori del sistema sanitario riusciranno a sviluppare anche qualche dote che va oltre le competenze di base richieste dal ruolo che ricoprono?
Tutti coloro che lavoro a stretto contatto con pazienti con alle spalle una storia clinica delicata, dovrebbero essere educati all’empatia, essere consapevoli che per una donna essere infertile non è solo inchiostro stampato su una fredda cartella clinica, ma significa occhi gonfi ogni mattina che la vita riserva, vuoto incolmabile che lacera alla stregua di un lutto o di una malattia incurabile, vuol dire calvario burocratico da affrontare, sacrifici economici inimmaginabili, la disperazione di chi, vivendo in Regioni che devono rientrare con le spese, non pagano (o non pagano a sufficienza) trattamenti di fecondazione assistita, vuol dire ripensare di colpo tutta la tua esistenza senza avere idea di cosa sarà il futuro, di te, della tua coppia. Ogni giorno ci si sente puniti dalla vita, esclusi dal dono più grande che la natura può offrire e ci si affligge chiedendosi quale peccato gravissimo sia stato mai commesso per meritare tanta sofferenza.
L’infertilità esercita un tale impatto psicologico su entrambi gli individui che formano la coppia, che rappresenta uno degli eventi più dolorosi ai quali si può essere sottoposti.
Durante il percorso alla ricerca di una gravidanza, si attraversano varie fasi, dal riconoscimento del problema, alla sua accettazione, alle scelte da farsi, al lungo inter fatto di indagini mediche e terapie.
In questo lungo viaggio sono molte le persone che si incontrano, qualcuna occasionalmente, altre con cui si avrà a che fare molto spesso.
Certo, l’industria della fecondazione assistita fattura miliardi in tutto il globo, tutti corrono veloci in questa dimensione, perché si sa, si gioca tutto sul fattore tempo, quindi per molti fermarsi e riflettere sul proprio operato non è un’opzione da contemplare. Ma se si attivasse l’empatia (la capacità di vedere dalla prospettiva altrui, di immedesimarsi), in ogni momento del percorso e tra paziente e le varie figure sanitarie coinvolte (specie i Medici), dall’accoglimento della coppia, al momento in cui vengono comunicate informazioni importanti, alla diagnosi fino alla terapia, tutto assumerà un peso diverso, sicuramente più leggero.
I Medici, ma anche i vari collaboratori, la sua equipe e ogni altro operatore che ruota intorno al settore sanitario dovrebbe essere preparato a tollerare emozioni negative, gestendo con delicatezza momenti dolorosi o comunque mostrando empatia durante le varie fasi.
Anche essere disponibili alle potenziali domande può aiutare a mettere a suo agio la coppia. Tutte le figure all’interno dei Centri PMA, ma anche coloro che lavorano nei laboratori analisi, impiegati delle varie amministrazioni ecc.., diventano persone di riferimento per i pazienti che desiderano fortemente arrivare alla gravidanza e fanno parte di una fetta di vita importantissima, che sarà indelebile.
La scelta di un medico e/o di un Centro PMA dovrebbe essere proprio basata sulla capacità dei Professionisti di creare un rapporto empatico con la paziente, oltre che sul livello di tecnologia dei laboratori, il numero del team e degli embriologi.
Molte coppie dopo un primo incontro con una Medico specializzato in infertilità, non tornano una seconda volta proprio a causa del rapporto medico-paziente, dell’atteggiamento del medico, per il suo fare frettoloso o imporre soluzioni non ascoltando i bisogni della coppia, a causa della mancanza di ascolto che non facilita l’instaurarsi di un legame di fiducia.
Non a caso il passaparola è il mezzo attraverso il quale molte donne scelgono lo specialista o centro al quale rivolgersi, proprio sulla base delle esperienze di amiche, conoscenti o donne del tutto sconosciute ma con le quali si instaura un rapporto speciali sui vari forum dedicati.
Insomma, quando la natura non è generosa, si deve fare i conti col proprio dolore, con la rabbia, frustrazione e paura. Ci si trova in uno stato di profonda fragilità sul quale è disumano accanirsi con comportamenti cinici, freddi, insensibili. Fermarsi e chiedersi “E se fosse successo a me?”, sarebbe già l’inizio di un cambiamento in cui tendere la mano è più gratificante che infierire.
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Le informazioni contenute nel Sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti
Articolo redatto da www.natamamma.com per Conneggs