Le cause dell’infertilità sono numerose e possono essere di diversa natura. Spesso si sente parlare di come lo stile di vita condotto da giovani possa influenzare la fertilità futura della coppia.
Assunzione di droghe o alcol, essere sottoposti per lavoro, o altri motivi, a fonti di inquinamento, avere un’alimentazione non equilibrata : tutti questi fattori giocano un ruolo decisivo affinché avvenga il concepimento, ma anche al fine di portare a termine una gravidanza senza complicazioni per mamma e bambino.
In particolare, i disturbi alimentari che conducono ad alterazioni del peso (in eccesso o in difetto), condizionano la fertilità sia nell’uomo che nella donna, andando a incidere negativamente sugli ormoni che stimolano lo sviluppo e maturazione delle ovaie e testicoli.
Anche negli uomini infatti i rischi si presentano sotto forma di problematiche legate alla spermatogenesi.
Una buona notizia è che, in alcuni casi, la fertilità può essere “ripristinata” se si torna al proprio peso forma.
Vediamo nello specifico qual è il rapporto tra disturbi alimentari e infertilità e come le diverse patologie possono influenzare la capacità riproduttiva.
I rischi per la fertilità per le donne in sovrappeso
L’obesità, oggi ancor più favorita da una vita sedentaria e un’alimentazione ricca di grassi e zuccheri, influisce negativamente sulla fertilità. Fin dall’adolescenza si manifestano le prime avvisaglie: il grasso corporeo che favorisce l’accumulo di estradiolo, porta a uno sviluppo precoce, dopodiché, con l’aumentare del peso, a cicli mestruali irregolari.
A circa la metà di donne in sovrappeso viene diagnosticata la sindrome dell’ovaio policistico, una condizione per la quale le ovaie si presentano ingrandite e con cisti di varie dimensioni. Queste cisti non sono altro i comuni follicoli presenti nelle ovaie che producono estrogeni senza soluzione di continuità e non ciclicamente come dovrebbe essere. In questo modo si inibisce la normale ovulazione e di conseguenza la mestruazione.
L’obesità porta anche alterazioni dal punto di vista ormonale e del metabolismo degli zuccheri, con conseguente rischio di sviluppare il diabete soprattutto nel momento in cui si instaura una gravidanza.
La perdita di peso può ripristinare la corretta funzione ovulatoria e dunque la fertilità della donna.
I rischi per la fertilità per le donne in sottopeso
Disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia) interessano soprattutto le donne, anche se si stanno diffondendo anche tra i ragazzi adolescenti. Più a rischio è la fascia che va dai 12 ai 25 anni.
Le donne seriamente sottopeso presentano un’alterazione del ciclo, o assenza, definita amenorrea. L’organismo privato delle fonti essenziali per il suo nutrimento, non riesce a portare l’ovulo a maturazione, quindi per risparmiare energie, come forma di difesa, interrompe il ciclo ovulatorio.
Dal punto di vista ecografico, la situazione rileva ovaie multifollicolari mentre i livelli degli ormoni ipofisari sono bassi.
Come per le donne in sovrappeso, anche in questo scenario potrebbe essere possibile recuperare la fertilità tornando a un peso forma ideale, anche se l’incidenza dei disordini alimentari, insieme allo stress, rappresenta un ostacolo per molte donne che si trovano in questa situazione. Nei casi più gravi si palesa lo spettro della menopausa precoce.
Anche dopo aver ritrovato il peso forma, il ripristino della funzione ovarica dopo anni di amenorrea, non è immediato, né scontato: ci vuole molto più tempo a riparare i danni metabolici rispetto al recupero di peso corporeo.
Vissuti di bulimia o anoressia possono richiedere il ricorso a tecniche di fecondazione assistita nel momento in cui si desidera concepire un figlio.
E’ però importante conoscere l’esistenza di un’ipotesi contraria a quella sopra descritta: avere un ciclo irregolare o assente non significa assenza totale di ovulazione. Si può concepire pur avendo seri problemi di peso. Chi non vuole incorrere in una gravidanza indesiderata dovrebbe quindi tenerlo in considerazione. Inoltre se si rimane incinta durante o dopo un trascorso di anoressia, si può incorrere in casi di anemia.
Recentemente si è cominciato a parlare anche di Pregoressia (termine che deriva dall’unione di “pregnancy” (gravidanza) e “anorexia” (anoressia), l’atteggiamento della donna incinta a seguire diete restrittive per la paura di prendere peso.
E’ importante risolvere i problemi legati all’anoressia prima di rimanere incinta, perché un disturbo alimentare non risolto può rappresentare un rischio per mamma e nascituro: ritardo di crescita intrauterina con conseguente rischio di sviluppare malattia metaboliche in età adulta, basso peso alla nascita, aborto, microcefalia e parto pretermine anche in donne bulimiche.
Dopo il parto la tendenza a evitare il cibo si può ripresentare ancor più forte con la conseguenza anche di perdere la possibilità di nutrire adeguatamente al seno il proprio bambino.
L’importanza dell’alimentazione anche negli uomini
Se l’anoressia colpisce maggiormente l’universo femminile, quello maschile è colpito da un disturbo opposto: la bigoressia. Si tratta dell’attenzione, o meglio dire ossessione nei confronti della massa muscolare che si traduce in diete iperproteiche, assunzione di anabolizzanti e totale dedizione all’allenamento fisico. Tra le conseguenze di questo stile di vita troviamo: insufficienza renale ed epatica e squilibri che conducono all’infertilità.
Al fine di prevenire le conseguenze negative delle alterazioni del peso (ma anche di un’intensa e stressante attività fisica) sulla fertilità, è necessaria una corretta informazione partendo dai più giovani. Sensibilizzare all’argomento adolescenti e i loro genitori, può evitare ripercussioni future.
Affrontare il tema “peso” con una donna, a ancor più con una ragazza, non è sempre facile e talvolta può essere una buona idea farsi aiutare da figure professionali come quella del ginecologo, psicologo e nutrizionista.
Pensato che il vostro peso possa influenzare la vostra fertilità?
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Articolo redatto da www.natamamma.com per Conneggs