Ci sono due aspetti che vale la pena analizzare in questi tempi così difficili: cosa comporta l’infezione da Coronavirus in caso di gravidanza e per le donne che sono alla ricerca di un figlio.
Nel primo caso, molti scienziati e medici si sono esposti al riguardo affermando che, allo stato delle cose, sia le donne in stato interessante che i loro bambini non corrono più rischi rispetto al resto della popolazione.
Per chi è in dolce attesa, sono valide le raccomandazioni generali che ormai conosciamo tutti:
Come confermato anche dal Dottor Enrico Ferrazzi, Direttore Ostetricia del Policlinico di Milano, al momento i dati sul contagio del virus in gravidanza sono incoraggianti. Sembrerebbe infatti che questo non attraversi la placenta e dunque non vi sia una trasmissione verticale madre-feto. Dai primi casi analizzati, sappiamo che il virus non è stato rilevato né nel liquido amniotico, né nel sangue neonatale prelevato da cordone ombelicale.
Ricordiamo che recentemente a Piacenza, una mamma positiva, ha partorito un bambino il cui test sul Coronavirus è risultato negativo, quindi del tutto sano e non contagiato. Anche per la moglie del cosiddetto “Paziente 1” di Codogno, all’ottavo mese di gravidanza, dopo un periodo di osservazione all’Ospedale Sacco di Milano, si è constatato il buono stato di salute sia per lei che per il nascituro.
Anche il latte materno, risulta sicuro. Pertanto, si incoraggia l’allattamento al seno con tutti gli accorgimenti del caso: l’igiene delle mani e considerato che la trasmissione può avvenire attraverso le vie respiratorie, usare la mascherina durante la poppata.
Se la mamma oltre ad essere positiva, presenta anche i sintomi dell’infezione (i sintomi da tenere sotto controllo sono simili a quelli influenzali: secchezza di naso e gola, piccole difficoltà respiratorie, tosse, sensazione di fatica a respirare), si raccomanda di tenere il neonato a distanza e somministrare latte materno precedentemente tirato con tiralatte.
Le raccomandazioni del Dottor Mosca, Direttore Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano sono quelle del buonsenso: i genitori devono preservare in questo periodo (ma sarebbe raccomandabile sempre) il neonato “da folle di amici e parenti”, lavarsi le mani, evitare contatti diretti in caso di raffreddore/influenza.
L’accesso di parenti e/o amici ai reparti ospedalieri, specie quelli di ostetricia sono fortemente limitati o sospesi, così come i corsi di accompagnamento alla nascita.
Ovviamente essendo questa situazione del tutto nuova e gli studi ancora poco numerosi, non si possono fornire raccomandazioni universali: ogni caso dovrà essere valutato singolarmente di volta in volta.
Oltre alle comprensibili preoccupazioni delle donne in stato di gravidanza, c’è un esercito di donne che sta combattendo da mesi, anni, per concretizzare il loro sogno di maternità.
Al dolore per un figlio che non arriva, per un difficile percorso di fecondazione assistita che si deve intraprendere, si somma anche l’ennesima beffa del destino di vedersi bloccati piani terapeutici ed eventuali transfer perché, giustamente, i Centri PMA si devono adeguare alle Direttive emanate per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. I Centri privati risultano essere più flessibili rispetto a quelli pubblici, ma comunque anche per i primi le procedure e i ritmi risentono di questo momento delicato.
Sono delle misure dure, che impongono dei sacrifici e delle restrizioni, ma assolutamente necessarie e che, quando tutto questo sarà finito, ci faranno apprezzare ancora di più le cose davvero importanti come la salute, gli affetti e la libertà. Pensate che più seguiremo le indicazioni che ci vengono date dalla Comunità Scientifica, prima questo periodo diventerà un vecchio ricordo.
Chi ci è dentro, sa che la parte più difficile da gestire in un percorso di Procreazione Medicalmente assistita è l’attesa.
Ora a tutte queste donne che hanno investito tempo e soldi e si sono viste sfumare sotto gli occhi tutti i loro sacrifici, si chiede di essere resilienti, pazienti, forti più che mai.
Alcune donne che in questo periodo hanno dovuto interrompere il loro iter, si colpevolizzano pensando che magari se avessero accettato e iniziato le procedure per la PMA prima, forse avrebbero evitato questo ennesimo Stop dovuto a cause di forza maggiore. Non serve biasimarsi ora!
Una situazione così paradossale non può che essere accettata con rassegnazione da chi già aveva avviato il proprio trattamento e ora deve solo attendere che torni a splendere il sole dopo la tempesta. “Andrà tutto bene”: un breve messaggio che è apparso prepotente questi ultimi giorni e che racchiude un mondo di ottimismo e positività di cui abbiamo bisogno.
a cura di www.natamamma.com per Conneggs