Riflessioni di una mente infertile - 1

02, Jul, 20

Riflessioni di una mente infertile - Part one 

A 18 anni, neo diplomata, pensi che da ora in poi vada tutto in una maniera quasi matematica. Una sequenza predefinita. Inizi l’università, ti laurei, ti sposi, compri casa e rimani incinta…ovvio no?

Come tutti. Non vedi l’ora di dire a tutto il mondo che sei incinta. Ovviamente vorresti prima un maschio e poi una femmina. Chiaro.

Dopo la laurea inizi a lavorare. Ti sei laureata con 110 e lode e parli 4 lingue. Trovi lavoro subito.

Appena inizi a lavorare ricevi il primo schiaffo in faccia che ti dice “benvenuta nella vita reale…”

Ti pagano uno stipendio talmente basso (se te lo pagano perché alcuni pretendono che vai a lavorare gratis senza nemmeno offrirti un rimborso spese) che potevi anche non laurearti …e ti rendi conto che non sei in grado di mantenere un figlio con lo stipendio da fame che prendi…e anche se, una volta partorito, a chi lasci il figlio visto che i nonni vivono lontani? Potresti affidare tuo figlio ad una babysitter o ad un asilo nido…solo che se fai così lasci l’80% del tuo stipendio a chi guarda tuo figlio. A questo punto ti domandi “…non è meglio che ci penso io…?”… In teoria sì, ma se ci pensi tu, non avrai più un lavoro e la busta paga di tuo marito non basta per 3…

Non hai scelta. Non puoi pensare ora a costruire una famiglia. Prima devi affermarti nel mondo del lavoro.

E così passano gli anni…un po’ sei triste perché avresti voluto un figlio subito. “Ma non fa niente …” ti dici…” perché tanto, quando ci penseremo fra qualche anno, arriverà subito”…

La parola infertilità è fino a questo punto una parola che hai sentito nominare ma che pensi che non ti riguarderà mai. Un po’ come certe malattie… o qualcuna di voi pensa di avere l’Alzheimer, Parkinson o un tumore un giorno? Pensiamo sempre che capitino agli altri. Lo penso ancora oggi di certe cose. Forse sono arrogante o forse è normale. Potrebbe essere un ottimismo tipico dell’uomo.

Bene,…dopo anni, finalmente arriva il momento in cui tutte le condizioni circostanti sono perfette. Vi siete sposati, avete comprato una casa che è abbastanza grande anche per una famiglia con 2 o 3 figli e guadagni anche uno stipendio “decente”. Perfetto. Felicità. Iniziano le danze. Solo che queste “danze” dopo qualche mese si trasformano in “frustrazione” visto che non portano al risultato desiderato nei tempi desiderati e cioè subito.

Rimanere incinta non era la cosa più facile del mondo? Questo ci hanno sempre detto tutti… Per una vita hai fatto di tutto per non rimanere incinta e ogni volta che il tuo ciclo tardava per qualche ora entravi in tilt perché pensavi che fossi incinta e vedevi già la tua vita distrutta. Un figlio a 20 anni…o mio Dio…

Entravi nel panico anche quando hai avuto dei rapporti non protetti durante il ciclo (per favore, evitiamo a questo punto di immaginarci il rapporto non protetto con un flusso abbondante 😊) e qualche volta anche quando nemmeno avevi un rapporto completo.

Perché?

Perché alla nostra generazione nessuno ha spiegato che ci sono dei giorni fertili ogni mese che si limitano a circa 5 giorni (ovvio, ci sono sempre delle eccezioni). Nessuno ci ha spiegato che la donna capisce che si trova nella finestra fertile quando il muco si trasforma in “albume d’uovo”. Nessuno ci ha spiegato che gli spermatozoi sopravvivono all’interno della vagina per circa 3 giorni, ma che gli spermatozoi possono essere difettosi e quindi non in grado a fecondare l’ovocita.

E soprattutto nessuno ci ha spiegato che la fertilità della donna e dell’uomo non è un dato di fatto, una condizione sempre esistente e non modificabile, ma che ci sono tanti fattori che possono compromettere la fertilità. Sì, certo, sapevamo che il fumo e l’alcol non fanno bene, ma nessuno di noi sapeva che avesse un impatto quasi devastante sulla qualità ovocitaria e sullo sperma. E anche questo. Qualcuno di voi “rifletteva” sulla propria qualità ovocitaria? Per me era un termine ignoto. Per non parlare di endometrio. O ancora di più “endometrio trilaminare”. Il termine blastocisti non nomino nemmeno…

Nessuno ci ha spiegato che il ciclo mestruale può sparire se si sottopone il corpo ad una condizione di stress continua (lo stress può essere psicologico o anche fisico se pensiamo allo sport o ad una alimentazione non corretta). Nessuno ci ha spiegato come la fertilità e quindi la probabilità a concepire diminuisce “esponenzialmente” dopo i 35 anni… o ancora di più mai nessuno ci ha parlato di menopausa precoce… non sapevo nemmeno che esistesse…

E la ciliegina sulla torta era, almeno nel mio caso, che a scuola mi hanno fatto scrivere un tema (parliamo del periodo intorno al cambio del millennio – quindi 20 anni fa) sulla fecondazione assistita. L’insegnante però non ci ha detto che era una tecnica per aiutare alle coppie “infertili” a realizzare il loro sogno di un bambino. Non ci ha spiegato come funziona. E nemmeno ci ha spiegato che la fecondazione assistita non dava una garanzia del 100% per una gravidanza. Anzi, quell’insegnante ci ha detto che con la pma si rischia che l’uomo diventi “clonabile”… Evitiamo di riflettere ancora di più su questa storia perché mi sale il veleno (da un punto di vista chimico più forte dell’arsenico).

Bene, torniamo alle “danze” di cui parlavamo prima. Le danze non erano più spontanee, ma meccaniche con un unico obiettivo… una situazione oggi molto familiare a quasi tutte noi. Ma nessuno se lo aspettava.

Siate sincere. A 20 anni avreste mai pensato di fare sesso (non si può chiamare amore) in maniera meccanica con un unico obiettivo? Io no.

Anzi, pensavamo di concepire un nostro figlio nel modo più romantico possibile preferibilmente nel viaggio di nozze in Polinesia sotto le stelle del cielo e con la melodia delle onde del mare nel background… e ovviamente prima ci siamo bevuti una flute di champagne accompagnate di fragole ricoperte di coccolato bianco. Dopo invece ci saremmo addormentati insieme abbracciati…

La realtà purtroppo è un'altra. E’ questo è il secondo schiaffo simbolico che ti dà la vita per dirti che la realtà è molto diversa dalle nostra aspettative.

Il figlio non arriva e tu inizi a correre a destra e a sinistra a fare mille analisi. All’inizio ovviamente solo tu perché tuo marito sostiene “che lui non ha niente…”.

Dalle analisi tue e da quelle di tuo marito (dopo che l’hai convinto dopo mesi e mesi) non risultava niente. O meglio “niente di che”. L’unico “problemuccio” era l’assenza del ciclo: l’amenorrea (altro termine di cui non sapevo che esistesse).

L’amenorrea, come appena detto, era considerato un problemuccio dai medici. Si poteva risolvere facilmente con la “pasticca/puntura magica”… Così almeno ci hanno fatto credere…

E forse è lì l’errore più grande che ho fatto. Credere che la mia amenorrea si risolvesse con un farmaco con i superpoteri. No, aspettate…è anche vero che si è risolta con dei farmaci. L’errore è stato a non pensare a risolvere la “causa” della mia amenorrea.

E con questo vorrei concludere per questa volta perché altrimenti mi allungherei troppo…

E’ questo il messaggio per tutte le donne che non riescono a rimanere incinta. Fate delle analisi.

E se risultano delle “anomalie” da queste analisi cercate di intervenire alla radice del problema.

Come quando togliete delle erbacce nel vostro giardino. Se togliete solo l’erbaccia sulla superficie e lasciate la radice dentro la terra, l’erbaccia si ripresenta dopo un tot di tempo. La stessa cosa vale per i problemi “temporanei*” che compromettono la fertilità.

INTERVENITE A MONTE!

Altrimenti rischiate a girarvi dentro una ruota come un criceto.

Seguite il vostro istinto. E se avete dubbi e domande, non vi vergognate a chiedere anche 158 mila volte al vostro medico.

 

…stay tuned…le riflessioni continueranno….

 

Riflessioni by Steffi